Prima di tutto mi corre l'obbligo di enunciare il primo postulato della merceria: Qualsiasi donna necessiti di acquistare del filo, varcata la soglia della merceria, si trasforma in una cerebrolesa.

Primo esempio: Sergio, mi fido di te perche' ho lasciato a casa gli occhiali. Sergio (che essendo merciaio da tre generazioni un minimo di occhio lo ha) tira fuori il filo. La cliente: no questo non va bene,
e' troppo chiaro (o troppo scuro).

Domanda che Sergio si fa intimamente: Ma se non vedi un cazzo perche' hai lasciato a casa gli occhiali come fai a dire che non va bene???

Allora Sergio che conosce le sue pollastre tira fuori un altro filo (che non va bene) fa tutta la procedura accostandolo al campione e quando la cliente conferma che non e' il filo giusto Sergio ripone quello e RItira fuori il precedente che la cliente approva emettendo squittii di giubilo.

Ogni volta la stessa pantomima.

La daltonica in particolare (che io non so se sia daltonica davvero ma ha un concetto tutto personale del colore) e' peggio, perche' e' donna di formazione ingegneristica: non importa che il filo vada nascosto
che per vederlo sarebbe necessario smontare completamente il vestito, deve essere IDENTICO. Neanche fosse un calcolo dal quale dipende la stabilità di un palazzo.

Indentico secondo i suoi parametri di daltonica naturalmente. Per esempio arriva con un campione grigio, le tiro fuori il filo grigio e lei mi dice "tira troppo al giallo".

Riconosco tra il mio assosrtimento che ci sono dei noce chiaro che tendono a degradare con riflessi sul rosato e verdi che degradano sul marrone...
MA DOVE CAZZO LO VEDE QUESTA IL GIALLO SUL GRIGIO!!! per me e' mistero irrisolvibile.

Ormai la conosco e gia' quando entra in negozio prima di tutto mi tocco nella speranza che non necessiti di filo... ma si sa, il rito prosopaico (leggi apotropaico) spesso non sortisce effetto alcuno e allora la parcheggio davanti allo scaffale e lascio che impazzisca in completa solitudine.